Il contributo dei servizi educativi all’inaugurazione del Giardino Volante all’interno di un programmma di formazione per le educatrici di nidi e scuole d’infanzia

L’inaugurazione del Giardino Volante del 16 maggio 2015 è stata un’occasione per mettersi alla prova come insegnanti e formatrici in un coinvolgimento pubblico di bambini nel quale attuare una pratica di interazione nuova. Negli ultimi tre anni infatti è stata condotta una formazione specifica, a cura di Patrizia Menichelli e di Rosaria Tartarico, che mette la sensibilizzazione dell’immaginario e del corpo al centro dell’esperienza educativa come veri e propri motori di ispirazione poetica nelle più diverse articolazioni: che si tratti di modalità narrative di storie o di manipolazione di oggetti, di creazioni con materiali naturali o con lo stesso corpo in movimento nelle sue tante possibilità espressive (dall’uso della voce allo sguardo, alle mani…).
In modo particolare quest’anno le educatrici di nidi e scuole d’infanzia hanno sperimentato l’attivazione e l’affinamento dell’ascolto sensoriale nella natura degli spazi esterni con approfondimenti teorici e pratici in diversi giardini cittadini. L’inaugurazione del Giardino Volante ha significato quindi poter valorizzare le competenze acquisite nella riproposizione ‘poetica’ e ‘magica’ degli spazi aperti sperimentata durante la formazione precedente.
Si tratta di un giardino urbano speciale, grazie alla presenza di giochi che sono anche opere di arte ambientale, e grazie alla coabitazione con due importanti luoghi educativi (le Aree Bambini Gialla e Rossa) recuperati dalle strutture architettoniche di in uno spazio che fino a qualche decennio fa corrispondeva al più importante vivaio di città: quale occasione migliore della sua apertura pubblica per collaudare una prima conoscenza inconsueta del Giardino Volante?
L’idea-guida di base per il pomeriggio di festa è stata elaborata insieme alle insegnanti (che hanno poi collaborato con ruoli diversi a creare azioni poetiche nel giardino) e si è articolata intorno ad una lettura ed esplorazione del giardino come luogo vivo con più parti “pulsanti”: un giardino giocoso, generoso, amico e simbolico attraverso le sue forme, colori, suoni, odori… e naturalmente attraverso le sue opere-giochi. É stata introdotta la suggestione di un giardino magico, come se fosse un gigante addormentato da conoscere e risvegliare con l’aiuto di una mappa. Ed è stato deciso di valorizzare le casine di legno in quanto luoghi misteriosi dove i bambini entrando avrebbero trovato degli abitanti speciali, racconti, doni e sorprese.

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Per saperne di più sulle elaborazioni delle mappe fatte dai bambini e sul percorso formativo per le insegnanti si invita alla lettura degli scritti seguenti.

Come i bambini hanno visto il giardino – Nota sulle mappe esplorative

Durante l’inaugurazione del 16 maggio sono state consegnate ad altrettanti bambini circa 300 mappe essenziali per esplorare il giardino, con ognuna una domanda speciale di invito a trovare parti nascoste del grande corpo del giardino stesso. Di queste, 109 mappe sono state riconsegnate: in parte senza indicazione grafica rispetto alle domande su dove si celassero il cuore, i piedi, le mani, la pancia, la bocca, la testa, gli occhi.. e in parte con solo indicate con dei segni le opere viste una dopo l’altra (testimoniando così un uso prevalentemente orientativo e ricognitivo della mappa, sulla quale si spunta via via ciò che si è visto o con cui si è giocato).
Da molte altre mappe emergono letture e interpretazioni del giardino, rispetto al quale predomina l’immaginazione generale di un grosso animale disposto orizzontalmente nel foglio così come proposto dall’orientamento scelto per l’impaginazione: prevalentemente un cane (con testa in alto a destra, schiena centrale e coda opposta, piedi in basso) o un elefante (con proboscide in alto a sinistra, testa centrale, e coda in alto a destra, piedi in basso).

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